L’Enpa onlus Sezione di Vicenza si vede costretta a restituire i 31 cani sequestrati a metà ottobre 2010 dal canile lager di Arcugnano, VI.
La struttura, di proprietà del signor Gianni Ciman, era stata sigillata dopo una perquisizione compita dalle Guardie Zoofile di Vicenza e dai Carabinieri di Brendola e messa sotto sequestro preventivo dal pm Pecori. La situazione che si erano trovati di fronte gli uomini in divisa era stata disarmate e al di là di ogni immaginazione: 23 setter adulti, 7 bracchi tedeschi e una cucciola di setter di circa un mese vivevano in gabbie arrugginite e appoggiavano le zampe su oltre 20 centimetri di fango e feci.
Sparso a terra c’era il cibo: pane vecchio ammuffito, tortellini crudi raffermi e carne cruda; un unico solco per il deflusso dei liquami, bloccato, costituiva la ciotola d’acqua. Alcuni cani, come ha potuto verificare il veterinario, presentavano delle ferite e non erano stati curati, mentre un cucciolo giaceva accanto a una carcassa di pollo decomposta.Il 16 ottobre 2010, quindi, i 31 cani erano stati sequestrati e portati dai volontari al rifugio “La nuova casa del cane” di Gogna, VI gestito dall’Enpa.
Una volta visitati e curati, per molti di loro era iniziato un periodo di grande lavoro con i volontari; questi ultimi li hanno aiutati a socializzare e a fidarsi delle persone, a non avere paura del contatto fisico e a non nascondersi a ogni minimo rumore.Al termine di questo lungo cammino in salita, alcuni cani hanno anche trovato una famiglia che li ha accolti con amore in affido temporaneo; tutti aspettavano che il pm convalidasse il sequestro e rinviasse a giudizio per maltrattamento di animali il signor Ciman, residente all’estremità dell’attività, in via Casette 32, per adottarli definitivamente.Il colpo di scena arriva invece a fine gennaio 2012 quando l’avvocato Maria Caburazzi, legale dell’Enpa Vicenza, viene a conoscenza della decisione del gip di prosciogliere sul piano legale il signor Ciman.
Quest’ultimo, che ha sempre dichiarato di avere trascurato i suoi cani perché la moglie non stava bene, una volta pagata la sanziona amministrativa (oblazione) per abbandono, è stato autorizzato dal giudice a riavere indietro gli animali. Nel frattempo l’Enpa ha presentato ricorso in Cassazione perché non è stata informata dell’atto di archiviazione del più grave reato di maltrattamento e non ha potuto, nei termini prescritti dalla legge, presentare l’opposizione. “Abbiamo depositato il ricorso in Cassazione, oltre all’incidente di esecuzione, poiché era stato espressamente chiesto che l’Enpa fosse avvisato in caso di archiviazione. Non sta a me ricordare che l’atto di intervento per conto di una associazione equivale alla dichiarazione di nomina della persona offesa - spiega l’avv. Caburazzi, sostenuta anche dal vice presidente Enpa avv. Andrea Bertuzzo -. L’obiettivo è quello di evitare che gli animali vengano restituiti al signor Ciman”.È entrato in possesso dell’intero incartamento anche l’avvocato Ermenegildo Russo, responsabile dell’ufficio legale nazionale Enpa: “Stiamo valutando come procedere con ulteriori istanze atte a verificare l’attualità della situazione deficitaria dell’allevamento in questione, la presenza di autorizzazioni di legge per detenzione di animali e la conformità della struttura atta a salvaguardare il benessere dei cani custoditi. Provvederò a monitorare la situazione e inoltrare ulteriori denunce all’autorità giudiziaria qualora si ravvisino condotte lesive agli interessi degli animali”.
Grande il tam-tam mediatico che si sta creando attorno a una vicenda che dell’incredibile.“Quando questi cani sono arrivati in canile, erano dei fantasmi - racconta la presidente di Enpa Vicenza, Anna Zanella -. Molti di loro presentavano piaghe e ferite, e si facevano la pipì addosso dalla paura; per tutta la loro vita avevano mangiato tozzi di pane raffermo, carcasse di polli e tortellini crudi. Inoltre palesavano il tipico comportamento di un animale che ha subìto maltrattamenti. Farò di tutto perché non debbano rimettere piede in quel girone infernale. Inoltre alcuni di loro sono stati dati in adozione temporanea: ma vi immaginate il trauma che subiranno questi poveri animali e le loro famiglie adottive? Non hanno già sofferto abbastanza?”.Da qui l’appello disperato dell’Enpa Vicenza ai cittadini.“Aiutateci e sosteneteci - chiedono i volontari, molti dei quali hanno lavorato per oltre un anno con questi cani, accudendoli e stabilendo con loro un legame indissolubile -. Non possiamo restituirli a chi li ha già maltrattati per anni: per noi significa tradirli. Chiediamo a tutti voi di far valere i diritti di questi dolcissimi cani che purtroppo non possono difendersi da soli. Noi vogliamo che sia riconosciuto quello che è palese guardando le foto del sequestro: il reato di maltrattamento. Non chiudiamo gli occhi di fronte alla realtà dei fatti, combattiamo uniti nella legalità per salvare la vita a 30 esseri indifesi che non hanno altra colpa se non quella di essere nati in quel canile lager di Arcugnano. Scrivete alle autorità, ai mass media, fatevi sentire attraverso ogni canale: per noi è importante non essere soli”.
Per info: Enpa Sez. Prov.le di Vicenza – ufficioenpavicenza@libero.it - 0444.542427 – Fax 0444.1830959.